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Attitudine del Responsabile

Parte III

PRINCIPIO DELLA DISCIPLINA O PERSEVERANZA

Dal punto di vista etimologico la parola perseveranza deriva dal verbo perseverare, dal latino perseverus, cioè oltremodo severo, forte, grave, duro. Quindi vuol dire persistere inflessibilmente, persistere senza interruzione, con costanza.

"C'era in una città un giudice che non temeva Dio e non aveva rispetto per alcun uomo.
Or in quella stessa città c'era una vedova che andava da lui, dicendo: "Fammi giustizia del mio avversario."
E per un certo tempo egli si rifiutò di farlo, ma poi disse fra sé: "Anche se non temo Dio e non ho rispetto per alcun uomo, tuttavia, poiché questa vedova continua ad infastidirmi, le farò giustizia perché, a forza di venire, alla fine non mi esaurisca".
E il Signore disse: " Ascoltate ciò che dice il giudice iniquo. Non vendicherà Dio i suoi eletti che gridano a lui giorno e notte? Tarderà egli forse ad intervenire a loro favore? Si, io vi dico che li vendicherà prontamente. Ma quando il figlio dell’ uomo verrà, troverà la fede sulla terra?”              (Lc 18:2-8)
Punti di studio:
• Poiché questa vedova continua ad infastidirmi, le farò giustizia.
• Perché a forza di venire, alla fine non mi esaurisca.
• Gli eletti che gridano giorno e notte
Se i giudici malvagi cedono davanti alle pressioni e alla persistenza, quanto più un Dio grande ed amoroso risponderà alla nostra perseveranza? Questo deve essere l’ esercizio costante di chi ha la visione ordinata delle cose. Deve essere l’ esercizio tanto del leader come del gruppo. La fusione della visione e della comprensione saranno di grande aiuto nello svolgimento del programma fra il responsabile o leader e il gruppo che sta sotto la sua gestione o conduzione.
Perseveranza significa mantenersi nella visione che Dio ti ha dato. La Parola di Dio sta al di sopra d’ ogni opposizione, dobbiamo seguire la visione ed il programma  se vogliamo sopravvivere agli attacchi interni ed esterni, personali o familiari, se vogliamo raggiungere la meta. La perseveranza si costruisce su un profondo impegno d’ inter-relazione con l' intero gruppo e una Koinonia agape.

Punti di Studio:
• Il fastidio della vedova.
• La costanza d’ andare.
• La perseveranza di gridare giorno e notte.
• L’ esito della perseveranza: “Le faro giustizia”.

Posizione dei termini:
• Visione.
• Programma
• Ordine
• Perseveranza
• Esito
• Meta
La perseveranza vince il limite economico
La perseveranza nello svolgimento di un programma non si può limitare all’ economia, anche se la realtà colpirà la nostra ragione. Qualche volta il denaro può mancare, o all’ improvviso può presentarsi un problema di un deficit rispetto al preventivo calcolato nel programma. Il problema si farà più acuto quando le risorse economiche sono insufficienti o nulle. Che cosa fare in un momento tanto decisivo? Bisogna perseverare. Che cosa abbiamo a nostra disposizione? Suggerisco cinque cose:
• La fede
• Il clamore.
• La visione.
• L’ unità del gruppo.
• La perseveranza.
Se l’ attività si sta realizzando in conformità alla visione divina, certamente Dio interverrà nel momento giusto. Noi dobbiamo essere fedeli alla visione che Lui ci ha dato.
La perseveranza vince le cattive interpretazioni dei fatti accaduti.
Ciò che può succedere nel nostro ambiente non ci deve meravigliare. Non è oro tutto ciò che brilla. L'essenza può essere sostituita dall'apparenza, il discorso più nobile può essere strumentalizzato e orientato a propositi personali. I fatti che accadono nella nostra chiesa, o in un gruppo di fratelli (cellula) non devono essere visti come una delusione cristiana o interpretati con cattiveria.
Il responsabile tenace interpreta adeguatamente i fatti accaduti, spiega la situazione alle persone che compongono il gruppo anche se si oppongono, e persevera con amore nell'attuazione del programma. Un leader intrepido non si lascerà influenzare da una cattiva interpretazione. Qualche volta i fatti vengono visti ed analizzati da differenti punti di vista ed alla fine le conclusioni non coincidono. Questo è ciò che produrrà confusione nel gruppo. La confusione è nemica dell'ordine e della disciplina e di conseguenza è un grave problema.
Ogni problema ha una soluzione e la perseveranza è la chiave per ogni problema. La perseveranza ci incoraggia a credere quando le circostanze ci dicono che siamo distrutti.
La perseveranza vince l'opposizione familiare
Non tutti i responsabili hanno come base una famiglia cristiana capace di poter comprendere il lavoro e la visione del leader. Il responsabile come tale dovrà tenere presente nel suo diario una lista di priorità e, con saggezza, classificare per ordine d'importanza la posizione d'ogni cosa. La perseveranza vince l'opposizione familiare. Il leader deve fissare i suoi occhi particolarmente nella visione che Cristo gli ha dato e non permettere che nessuno dei componenti della famiglia lo possa intimorire.
Gesù disse: "Se uno viene a me, e non odia suo padre e sua madre, moglie e figli, fratelli e sorelle e perfino la sua propria vita, non può essere mio discepolo. E chiunque non porta la sua croce e mi segue non può essere mio discepolo". (Lc 14: 26-27).
Mi chiedo: siamo perseveranti nel portare la croce? O pesa molto?. Un vero discepolo o responsabile dovrebbe sapere bene come morire sulla croce, come insegna Paolo in Galati 2: 20. Un leader che ha la sua famiglia come base della missione che Cristo gli ha affidato, farà un lavoro più efficace e la sua visione sarà ancora più grande. Le sfide per il buon esito saranno sempre presenti in ogni azione, ma la perseveranza sarà la nostra ferma posizione.
Come mantenere la perseveranza
Ci sono leader che al sentirsi scoraggiati vorrebbero ritirarsi dal loro incarico, perché hanno dimenticato l'importanza della missione che Dio gli ha dato. La responsabilità inizia con una missione, comprendere il gruppo, analizzare le capacità di ciascun membro e avanzare verso la meta, rappresentano la conclusione del programma. Il responsabile potrà mantenere la perseveranza ricordando a tutto il gruppo la visione iniziale e rinnovando l'impegno con tutti i componenti.
Vivere in comunione con Dio
L'importanza di questa comunione con Dio, aiuterà il responsabile ad avere una mente creativa, una visione chiara ed una meta da raggiungere, tanto la preghiera come l'intercessione sono fondamentali per la vita e la durata del gruppo.
Quando il gruppo, per qualche motivo, entra in una difficoltà, generando divergenze o differenze nell'attuazione del programma, il responsabile deve intervenire con spirito d'amore, per fare in breve un'analisi, convocare il gruppo (cellula, Chiesa), ascoltare ciò che si dice e poi prendere delle decisioni. In un certo senso, è buono che nascano queste cose, perché si proverà la saggezza, l'intraprendenza e le vere qualità del leader. Però non finisce tutto lì. Se le differenze persistono, dopo che il leader ha attuato tutti i provvedimenti necessari, allora dobbiamo pensare ad una minaccia, e questo è pericoloso per la vita del gruppo, cellula o chiesa.
Che farà il responsabile o leader davanti a questa situazione?
Il responsabile non si scoraggia: in Cristo c'è la soluzione. Paolo disse: "Io posso ogni cosa in Cristo che mi fortifica" (Fl. 4: 13). Questa frase non bisogna mai dimenticarla, perché nel momento opportuno Cristo sarà la nostra forza. Il responsabile o leader che vive in comunione con il Signore interverrà ancora una volta con la funzione che Dio gli ha dato, convocherà tutto il gruppo per sottomettere ogni cosa in preghiera a Dio. Il responsabile deve comprendere che certe volte le capacità proprie sono insufficienti, allora il responsabile dovrà rifugiarsi in preghiera con una profonda perseveranza, cercare veramente il volto di Dio con lacrime fino a quando lo Spirito Santo non abbia parlato. Il responsabile dovrà sempre ricordare che le differenze nel gruppo o nella Chiesa si possono vincere soltanto con la preghiera.
Si suggerisce uno studio dei seguenti versetti biblici:
• 2 Ti. 3: 10-11
• Eb.10: 36-39
• Eb.12: 1-2
• 2 Pi.1: 5-9
• Ro.12: 12
IL PRINCIPIO DEL DOMINIO PROPRIO
Vuoi essere un sapiente spirituale? Ascolta: la sapienza viene per due ragioni
A. E' un regalo di Dio. Gm. 3: 17
B. Bisogna cercarla con interesse. Gm. 1: 5
• Il punto di partenza della sapienza è Dio e la sua Parola rivelata, fonte di conoscenza ed intelligenza. In questo senso, la sapienza è un regalo per noi.
• La sapienza è soltanto per quelli che la cercano con sincerità, ed è nascosta ai ribelli e agli stolti. Il responsabile è chiamato alla ricerca e pratica della Sapienza Divina. Quando abbiamo la certezza di viverla, allora comprenderemo che senza la presenza di Dio i nostri ragionamenti sono vani.
Il dominio proprio è il governo dell' amore, è una forza di vita che si vive per il potere dello Spirito Santo. Il leader o responsabile deve essere capace di governare la sua vita, il suo carattere, i suoi desideri attraverso una speciale unzione divina.
Che cos' è il dominio proprio?
Il concetto del dominio proprio non ha attinenza con abitudini o penitenze; ma col fatto che tutti gli aspetti della vita del leader siano sottoposti al dominio dello Spirito Santo. Ciò significa che lo stile di vita del responsabile si caratterizza per una vera disciplina, seria e costante. Paolo ci parla degli atleti, che devono essere moderati in tutte le cose quando si esercitano nelle loro attività. Un atleta è particolarmente attento alla sua alimentazione, al riposo fisico e all'allenamento, deve attenersi scrupolosamente agli orari. Tutto questo è importante per la formazione fisica ed emotiva di ogni atleta che desidera raggiungere una meta soddisfacente.
Aristotele fece uso di queste parole per arrestare il desiderio e avvalersi della ragione. Il libro di Ester ci insegna come Haman si conteneva ogni volta che si incontrava con Mardocheo. Credo che Haman esercitava un vero dominio proprio alla vista di Mardocheo che non si inchinava al suo passaggio. Haman pensò di ucciderlo mediante un complotto, ma sulla forca fini lui stesso. In 1 Ti. 3 Paolo fa una lista di qualità che deve avere un vescovo nell'esercizio ministeriale e la maggior parte si riferiscono al controllo di se stesso e della sua famiglia (1 Ti. 3: 2-7).


Il dominio proprio ed il responsabile.
Il dominio proprio è una caratteristica essenziale nella vita del responsabile, senza questo dominio il leader perde la sua credibilità, la sua efficacia e il rispetto di se stesso. Generalmente i seguaci vogliono vedere un leader determinato, incisivo, capace di controllare il suo carattere e qualsiasi situazione imprevista. Non dimentichiamo che il leader deve vivere il futuro come se tutte le cose stessero funzionando all'unisono. Nessuno dei responsabili può influenzare gli altri, se non esercita un vero dominio proprio. Il successo del responsabile e del suo sviluppo dipende dal dominio proprio e rende il responsabile capace di non commettere errori irreparabili. In questa tensione il leader deve assomigliare a Cristo, modello perfetto.
Cosa succede al leader quando non c'è dominio proprio?
Molti leader con traiettoria ministeriale internazionale sono caduti per l'avidità del denaro, altri per la supremazia di ministero, altri per I' ambizione di avere un posto di prestigio, ed infine altri per gelosia, invidia e vendetta. Ma c'è un motivo di caduta che voglio segnalare con molta preoccupazione: la tentazione sessuale.
Che cosa dovrebbe fare un responsabile davanti ad una tentazione di sesso? Suggerisco tre cose :
1. entrare subito in preghiera
2. cercare la faccia di Dio
3. digiunare immediatamente
Non ho consigli migliori di questi per fortificare il dominio proprio di un leader che si è lasciato prendere dalla concupiscenza. Altri mali che devono essere controllati per il dominio proprio sono la ghiottoneria, l'abuso di alcool, l'orgoglio. Tutti coloro che non hanno fatto uso di una ferrea disciplina applicata a queste cose, hanno perso il gruppo che guidavano, e hanno anche messo a rischio la loro vita spirituale.
Dominio proprio, lo sviluppo della disciplina.
1. La disciplina è importante per sviluppare il carattere del responsabile ( 1 Ti. 4: 15)
2. Ci avvicina a Dio. (De. 34: 4,10)
3. La disciplina si attua con misericordia. (SI. 38:1)
4. Aiuta a discernere fra il bene ed il male. (Pr. 3:11,12)
5. La disciplina deve essere costante. (Pr. 29: 15)
6. Insegna come frenare la lingua. (Gm. 3: 2)
7. La disciplina è necessaria per crescere spiritualmente (2Pi. 1:6)
Studiare:
"Anche voi per questa stessa ragione, usando ogni diligenza, aggiungete alla vostra fede virtù, alla virtù la conoscenza, alla conoscenza l'auto-controllo, all'auto-controllo la perseveranza, alla perseveranza la pietà, alla pietà l 'affetto fraterno, e all'affetto fraterno l'amore. Perché se queste cose si trovano in voi abbondantemente non vi renderanno pigri ne sterili nella conoscenza del
Signore nostro Gesù Cristo. " (]Pi. 1: 5-8).
Suggerimenti per il responsabile:
• aiutare le persone a non cadere in trappola. (Pr. 13: 14)
• usare parole dolci. Pr. 16: 21
• parlare nel momento opportuno. (Pr 15: 23; 18:20)
Studio sulle quattro lingue:
Proverbi è un libro che dà molta importanza alle parole ed al suo uso. Nel libro dei Proverbi incontriamo quattro forme di linguaggio che ci fanno comprendere parallelismi, comparazioni, etica della vita e della morale e sua applicazione. "Proverbi" in ebraico si traduce "Mashal". Il proposito di questo libro è insegnare la sapienza e il discernimento facendo alcuni paragoni come per esempio le parole espresse dai sapienti. Detta questa premessa per una migliore comprensione del libro, passiamo subito allo studio di questi linguaggi
• La lingua controllata.
• La lingua buona.
• La lingua perversa.
• La lingua detrattrice.
• La lingua controllata. Questo linguaggio insegna che quando si parla bisogna pensare prima di farlo, saper bene quando è meglio stare in silenzio o dare dei consigli saggi (Pr. 10: 19; 11: 12,13; 12: 16; 13: 3; 15: 1,4,28; 16: 23; 17: 14,27).
• La lingua buona. Tutti coloro i quali camminano con buona coscienza e saggezza, parlano sempre con la verità anche se fa male, danno animo al gruppo o a una persona specifica (Pr. 10: 32; 12: 18,25; 15: 23; 16: 24; 25: 15; 27: 9).
• La lingua perversa. Quelli che camminano conformi a questo padrone di condotta, sono pieni di motivi perversi, si alimentano del pettegolezzo, della calunnia e del desiderio di distorcere la verità (Pr. 6: 12-14; 8: 13; 16:28; 18: 8; 25: 18; 26: 20-28).
• La lingua detrattrice. Quelli che camminano conformi a questo padrone di condotta, quando parlano sono pieni di bugie, maledizione, parole irritanti, che possono portare ribellioni e distruzione del gruppo o della chiesa.
Un consiglio conforme a questi padroni di condotta può aiutare un gruppo, un leader, una chiesa ma anche distruggerli. Le scritture ci dicono che nel mondo c'è un personaggio che é venuto per rubare, uccidere e distruggere; questo personaggio è Satana. Gesù è venuto per liberarci e darci la vita eterna. Quale delle due opere stiamo facendo?
Consigliare vuol dire suggerire, raccomandare. Il consiglio è un avvertimento, un parere (Pr. 10: 18,32; 11: 9; 12: 16,18; 15: 4; 17: 9,14; 20: 19).
In conclusione non dobbiamo permettere, come servi di Cristo, che la nostra natura Adamica governi la nostra mente. L'esercizio della nostra fede, innestato nel dominio proprio con l'unzione di Dio, deve essere più che sufficiente per vincere ogni opposizione che viene dall'esterno per distruggere la nostra visione o il gruppo che abbiamo sotto la nostra responsabilità. Se siamo stati fatti partecipi della natura Divina, lo Spirito Santo ci darà il dominio, il controllo e la disciplina per compiere la sua volontà ed essere fruttuosi come alberi piantati presso le acque. Se veramente comprendiamo l'alta missione di Gesù sulla terra e lo imitiamo possiamo fare l'opera che Lui ha fatto.
Testo di Riferimento: El Lider, autor John Edmund Haggai.  Editorial Mundo Hispano, Edizione 2001

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Sometimes I'm right and I can be wrong. My own beliefs are in my song. The butcher, the banker, the drummer and then, makes no difference what group I'm in. I am everyday people! Yeah. Yeah. There is a blue one who can't accept the green one for living with a fat one trying to be a skinny one.


And different strokes for different folks. And so on and so on and scooby dooby doo-bee. Oh sha sha… We got to live together! I am no better and neither are you. We are the same whatever we do. You love me you hate me you know me and then. You can't figure out the bag l'm in. I am everyday people! Yeah. Yeah. There is a long hair that doesn't like the short hair for being such a rich one that will not help the poor one. And different strokes for different folks. And so on and so on and scooby dooby doo-bee. Oh sha sha. We got to live together! There is a yellow one that won't accept the black one. That won't accept the red one that won't accept the white one. And different strokes for different folks… and so on and so on.

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