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Come sconfiggere la depressione

A Cura: Amaloa Triburgo


Ci sono molte  ricette di focacce meravigliose che piacciono molto al nostro palato quando le mangiamo nel momento più opportuno o quando abbiamo quel desiderio speciale.
Quando abbiamo tanta sete e abbiamo bisogno d’acqua, prendiamo una bella brocca d’acqua fresca. Beviamo e poi sospirando sentiamo un piacevole senso restauratore.
Ma, ci sono quei momenti, in cui ci viene offerto un piatto squisito, ma noi non abbiamo voglia di gustarlo, perché c’è un conflitto interiore che non ci permette di godere quella benedizione. Questa lotta interiore ci può portare a non interessarci della stessa vita, portandoci a una profonda tristezza, che molte volte porta l'essere umano a desiderare  la propria morte. Questo può succedere a un cristiano, anche se tu non lo credi.
La Bibbia ci parla di un uomo di Dio, che era pieno di paure, perché ascoltò una donna che aveva deciso di ucciderlo l'indomani, inevitabilmente. All’ udire di queste parole, fuggì per mettere in salvo la sua vita. Ciò nonostante, i pensieri iniziarono a far in lui un'opera fatale  fino a bramare la propria morte. Questo personaggio non  è altro che il profeta Elia. Un grande servo dell’ Iddio Onnipotente, un uomo unto da Dio, che prima che si incontrasse in questo conflitto aveva realizzato grandi miracoli come la resurrezione del piccolo figlio della vedova di Sarepta. Pregò l’ Eterno per la pioggia e così avvenne. Pregò per far cadere fuoco e consumare l’olocausto bagnato nell'acqua e così avvenne. Dopo di questo il profeta Elia, cadde in uno stato d’ animo di  tristezza e angoscia  tanto che desiderò la propria morte. Questo stato d’ animo oggi giorno si chiama depressione.
È  buono chiarire che ci sono diversi tipi di depressione,  in questo caso si tratta di uno stato strettamente legato ad un avvenimento doloroso (ad es. lutto, perdita, sconfitta, disturbi fisici, fallimenti..).  Elemento principale che caratterizza questo disturbo è un sentimento di tristezza profonda vissuta a livello cosciente e con forte partecipazione emotiva.  Il contenuto del pensiero è direttamente legato a quello dell'avvenimento scatenante ed caratterizzato anche da umore cupo e paura del futuro; si presenta con ridotta voglia di fare, di comunicare, di partecipare, di essere attivi e anche mancanza di appetito.
ll Dott. Iannelli, medico chirurgo, psicologo, afferma in uno dei suoi articoli che:“ Quando si manifestano segnali di abbassamento dell’interesse per quello che ci succede attorno, faremmo bene a chiederci se il nostro umore non volga pericolosamente verso la depressione. Non dovremmo mai aspettare di sentirci palesemente tristi o senza speranza. Dovremmo prendere provvedimenti non appena notiamo la tendenza a scoraggiarci, a non avere più tanti stimoli a svolgere il nostro lavoro, a ritirarci dai rapporti con gli altri. Quando ci accorgiamo che le occasioni che una volta erano motivo di piacere ora ci risultano noiose o addirittura insopportabili, siamo un bel pezzo avanti nello stato depressivo. Allora ci si sente svuotati, incapaci di riconoscere risorse positive, paralizzati nell'esercizio della volontà. Ci sentiamo degli esseri senza significato, privi di attrattive fino a risultare stomachevoli, totalmente incapaci di fronteggiare i compiti quotidiani o peggio le difficoltà. Il pessimismo è totale e il futuro non può che riservare sciagure anche peggiori di quelle del passato. Non c’è il minimo appiglio per la speranza. La vita così diviene monocorde: cupa sofferenza e buio senza la più piccola fiammella.
Bisogna sottolineare che non è necessario avere tutti i sintomi anzi detti e al massimo grado, per essere in presenza di depressione. E’ depressione bella e buona anche nel caso di pochi sintomi attenuati e persistenti che invadono la scena minando il precedente benessere.”
“ Egli invece si inoltrò nel deserto una giornata di cammino, andò a sedersi sotto una ginestra e chiese di poter morire, dicendo: “Ora basta, o Eterno! Prendi la mia vita …” 1 Re 19:4
Elia, sotto queste stato d’animo, lascia il suo compagno di viaggio; vuole stare solo, allontanarsi del suo servo,allontanarsi della vita per inoltrarsi nel deserto a morire. Si sentì sconfitto. Non c’era più speranza.
Molti cristiani siamo provati nelle diverse aree della vita. Vengono contro noi,  quelle lotte che Satana usa costantemente per distruggerci e se fosse possibile ci ucciderebbe. Sono questi combattimenti che a volte riempiono di paure e timori. Pensieri  arrivano alla  mente per tormentare e anche se si è cristiani non si sa cosa fare e ci si chiede: Cosa ho fatto? Perché sto così? Perché mi accade questo? Perché, Signore? Piangendo nella propria solitudine. Molti si sommergono nella paura e nel silenzio, per timore di non essere capiti e anche perché intorno a se, ci sono persone che anche se sono cristiani hanno poca conoscenza nella parola di Dio, che  capiscono poco e niente del campo spirituale e cadono nella critica dicendo: - Questo cristiano si trova così, perché a commesso peccato. Giudicando un fatto che non è chiaro e non capiscono, disprezzando la persona; o perché possono pensare che sono indemoniati. Altri, sono indifferenti a questo perché lo considerano una malattia senza speranza di guarigione.
Nel nostro ministero come pastori, assieme a mio marito, abbiamo trovato persone sommerse in questa profonda tristezza, che hanno desiderato la morte.
È vero che in molti casi, questo è causa di un peccato che ha lasciato una porta aperta al nemico, eppure tutti i casi sono diversi. Poco tempo fa, mi chiamò una persona al servizio del Signore nell’ area della predicazione che Dio si usa con molta potenza e unzione, chiedendomi aiuto perché si trovava in un stato di profonda tristezza e aveva un lotta mentale di pensieri  che come una mitraglietta la disturbavano, non trovando pace. Lo Spirito Santo mi portò a ricordare giustamente quello che io, tempo fa, aveva vissuto in me stessa. Un conflitto, che il nemico stava usando per portarmi alla depressione, ho iniziato a sentirmi in una profonda tristezza, sentivo il bisogno di star sola, non avevo voglia di comunicare, e neanche di fare (Come Elia, dopo che Dio lo usò con tanta potenza e unzione, ebbe paura della minaccia di Jezebel tanto da nascondersi nel deserto solo).
Io stavo entrando in una depressione, i pensieri venivano come delle frecce alla mia mente facendomi male. I dubbi come un tornado mi disturbavano,  mi facevo molte domande del perché mi stava accadendo questo. Giustamente dopo che il Signore mi usò con potere e unzione. Egli mi parlò proprio con questo brano biblico. Mi sono aggrappata  fortemente al Signore, pure se ero un po’ debole fisicamente. Analizzando questo brano e aspettando l'opera dell'Eterno.
Credo che questo avvenne anche a Elia, erano così forti le sue paure e le angosce che i suoi pensieri iniziarono a disturbarlo, si isolò desiderando  la morte, chiedendo al Signore di togliergli la vita. Non trovava uscita ai  suoi problemi nonostante lui fosse un uomo unto, un uomo di potere. Pensò che la sua via d’ uscita fosse la morte.
Il nemico  può minacciare di ucciderci in molte forme: fisica, psicologica o ministerialmente, ma tu non devi credere nelle sue menzogne. Non ti lasciare bruciare con i dardi infuocati che ti manda. Lui  tenta, per vedere se crolliamo, se riesce a farci cadere nella trappola, non devi ignorare le su macchinazioni,  lui girerà sempre intorno a te. Ma, devi riconoscerlo, vederlo quando lui sta nascosto dietro alle situazioni. Nonostante, se il combattimento è forte e pensi che non ce la fai con le tue forze, devi ricordare che la tua forza proviene dall’ alto, cioè dal Signore. Sembra un gioco di parole, ma si deve capire. Dica il debole sono forte.
C’è qualcosa che  dobbiamo imparare e praticare; Il nemico vuole mettere in noi l' autocommiserazione, cioè il sentire compassione di sé stessi, e questo è uno strumento di Satana che  porta alla depressione.
Il nemico ha creato il suo intento con Elia, mettendo in lui il pensiero:“O, Eterno, basta!, togli la mia vita, “IO” non sono meglio dei miei padri”. Si sottovalutò, sentì pena di sé stesso. La nostra parte più debole è l’ IO, nessuno vuole essere toccato, giusto lì. Quando si pensa nell’ “IO” si inizia a sentire dolore per se stesso e Satana  fa  il suo lavoro; arrivano i pensieri di autocommiserazione : “Io, non me lo merito questo!”, Perché a me? E si inizia ad accarezzare quei sentimenti di tristezza e dolore, senza sapere che facendo questo si può arrivare a un pozzo più profondo, dove Satana vuole che tu sia, depresso.
Satana  ci ha provato perfino con Gesù. In  Matteo 16:22, quando Gesù parlava ai suoi discepoli, che doveva soffrire molte cose, essere ucciso e resuscitare il terzo giorno. Satana si usò di Pietro utilizzando un dardo infuocato per produrre in Gesù  l’ autocommiserazione: “Allora Pietro, lo prese in disparte e cominciò a riprenderlo, dicendo: “Signore, Dio te ne liberi; questo non ti avverrà mai”.
Ma Gesù, scoprendo la strategia  e quello che Satana voleva produrre in lui, subito lo sconfigge cacciandolo : “Vattene via da me Satana! Perché non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini”. Gesù non lasciò che Satana  approfittasse dell' occasione.
Un’ altra volta Satana, riprova con Gesù, e questa volta Gesù stava provando una profonda tristezza e angoscia (Mr. 14:33) quando arrivò il momento della grande sofferenza:
“… e cominciò a essere preso di timore e angoscia; e disse loro: - La mia anima è grandemente rattristata, fino alla morte …” . L’ angoscia è quello che provoca il desiderio di fuggire o evitare una situazione potenzialmente pericolosa. Se equivale all' ansietà estrema o paura. Gesù, in un momento pensò a sé stesso. Pensò nell suo “IO”. “… si gettò a terra e pregava che, se fosse possibile, si allontanasse da lui quell’ ora.”
Quando Elia, stava nella stessa situazione, come possiamo stare chiunque di noi, si coricò e si addormentò e un angelo gli apparve e gli disse: “Alzati e mangia” (1 Re 19:5). Queste parole sembrano semplici, ma vogliono dire molto. Dio si prende cura di noi, quelle parole vogliono dire: Non ti coricare nel letto della autocommiserazione, non devi sentire compassione di te stesso, questa guerra non ti appartiene, non devi fuggire, questo combattimento non è contro di te, è contro Dio stesso, e lui combatterà per te, tu, alzati e mangia!
“Egli guardò e vide vicino al suo capo una focaccia cotta sulle pietre calde e una brocca d’ acqua. Egli mangiò e bevve, poi  tornò a coricarsi” v. 6.
Ecco, quante volte il cristiano e così. Ha  tutti i benefici del Signore, ha le armi, conosce la Parola  e la potenza di Dio, ma  pensa troppo ai  problemi, nell’ “io” e si corica nella autocommiserazione, si lascia morire, non ci sono più attrazioni e passioni  nelle cose di Dio, ne per la vita stessa. Elia visse un altro miracolo potente, ma non ci fece caso, non si motivò al vedere il cibo che arrivò dalla mano di Dio. Lui solo voleva morire, addormentandosi poteva  fuggire dalla realtà. Il Signore nella sua misericordia lo chiama una seconda volta lo tocca e gli dice: “ Alzati e mangia, perché il cammino è troppo lungo per te”. E' giustamente qui, dove tu devi porre la tua attenzione. Il Signore ti sta dando  un’ ordine ben preciso: “Alzati e mangia”. Tu devi uscire da questi pensieri che vengono da Satana, e che usa per fermarti. Non devi fermarti a pensare dolorosamente in te stesso, nell’ “io” è dove risiedono i nostri sentimenti, e ti devi prendere cura di questo. C’è molto da fare per il Signore, Dio ha uno scopo  nella tua vita. Inizia a pensare di più nel Signore e a pensare alle cose di Dio, il tuo Redentore, in quello che lui ti ha comandato e vuole fare attraverso di te.
Gesù nel momento di disperazione, pensò in sé stesso e pensò nel proposito del Padre, pensò al compito che doveva fare per benedire altre persone. “ … Però non ciò che io voglio, ma ciò che tu voi”. Gesù, si fortificò nel Padre, dice Luca 22:43 che apparve un angelo dal cielo per dargli forza.  È il Signore che ti da la forza. Gesù, ci ha lasciato un gran insegnamento in questo caso ,lasciare l’ egocentrismo, lasciare l’ auto compassione e dire come lui disse: Non sia fatta la mia volontà, ma  la tua! Cioè, non solo penso in me, ma in quello che  io devo fare. Tu devi accettare la situazione, ricorda che la Parola di Dio ti dice, “Or noi sappiamo che tutte le cose cooperano al bene per coloro che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo proponimento”. Dio ha permesso quella situazione, ma no perché tu rimani in quella, ma per insegnarti come uscire e essere un vincitore. Mettiti nella preghiera. Chiedi al Padre di fortificarti, confessagli  quello che senti. La preghiera è potenza.
Elia si alzò, mangiò e bevve, poi dalla forza datagli da quel cibo, camminò ... Gloria a Dio!
Una focaccia e una brocca d’ acqua!  Gesù disse: “Io sono il pane della vita”, “IO sono l’ acqua della vita”. C’e da riflettere in queste parole restauratrici, non dobbiamo solo conoscere la Parola scritta è farla parte del nostro sostegno, ma dobbiamo anche viverla.
Nel momento della mia afflizione ho detto al Signore:'Sì, Signore mi alzo nel tuo nome! dammi di quella focaccia e di quell’ acqua, io voglio essere fortificata'. Alleluia! Iniziai a proclamarmi in vittoria, cacciando i pensieri del nemico, pensando più nel Signore e in quello che devo fare per Lui.
Elia, pensò che lui fosse l’unico profeta rimasto vivo, lui pensava che la sua vita stava per finire, ma non sapeva quali fossero i piani dell’ Eterno Iddio potente. Noi non conosciamo il futuro e ci blocchiamo, anche se sappiamo che l’Iddio ha un piano strategico per noi. Mangia di quella focaccia e bevi dell’ acqua, fortificati e restaurati, perché il cammino e troppo lungo per te, il lavoro non è finito, c’è molto da fare per il Signore nella tua famiglia, nella tua nazione e dovunque l’Eterno ti conduca per benedire altri!
Esci fuori, alzati e mangia, tu sai cosa fare. È lungo il cammino al servizio del tuo Signore e Dio!
Dio ti benedica!
“Sottomettetevi dunque a Dio, resistete al diavolo ed egli fuggirà da voi”. Gia. 4:7

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